Cara Belen,
leggo che le “hai uscite” su FB provocando il delirio.
E’ un lunedì strano, questo. Il referendum “sulle trivellazioni” non ha superato il quorum. La televisione e i giornali sono un tripudio di facce e parole, parole e facce tutte vuote alla stessa maniera, deludenti, talune travalicanti il limite della provocazione e dell’insolenza.
Magari dovrei, per senso civico, occuparmi di questo e invece arrivi tu a distrarmi e la mia contrizione si sposta su di te.
Sono corsa a cercarti sul web vinta dalla curiosità, ma della foto dei tuoi due argomenti tirati fuori dal reggiseno per racimolare un po’ di attenzione, non v’è traccia.
Mi sono affacciata persino sul tuo profilo social per approfondire, pensa tu. Tranquilla, non sono preda di un conato di voyeurismo, ne’ di una pulsione moralizzatrice alla Savonarola.
Alla fine le tette credo che tu non le abbia uscite per davvero. Temo tuttavia che sia questione di tempo. Fino ad oggi, mi piacevi, confesso. Facevo il tifo per te, sperando che tenessi tu loro nel sacco e non ti facessi mettere sotto.
Sei molto intelligente -traspare- e avevo avuto l’impressione che la furbizia ti avrebbe fatto arrivare se non lontana, comunque ad approdi differenti rispetto ai soliti dove giungono le tue colleghe. Avevo immaginato per te uno scenario diverso dai passaggi alla televisione in lacrime o dagli “strascini” pubblici con avversarie o dai patetici finti tira e molla con il partner a scopo paparazzate.
Una che trova il modo di fare pendere gli uomini -seppure di quelli con encefalogramma totalmente piatto- da una farfalla tatuata -ho pensato- sa condurre il gioco.
E invece mi pare, Cara Belen, che ti stia avviando anche tu verso il Sunset Boulevard con il solito vecchio autobus, quello privo di confort, olezzante vagamente di psicofarmaci, lacrime e bile, su cui sono salite tante altre giovani di divina presenza e belle speranze al pari tuo.
Se avessi una figlia le direi…
Aspetta, io di figlie ne ho ben due, quindi considera quel condizionale un obbligo sintattico e null'altro.
Cara Belen, ti suggerisco di decidere al più presto, prima cioè che si manifestino danni irreparabili, con cosa campare per il futuro. Vuoi mangiare basandoti sul corpo o piuttosto sulla mente? Per adesso le orde di maschi sbavanti le hai ancora in pugno, e - ipotizzo- le avrai al seguito ancora per un po’. Ma le folle di fans, quelle che ragionano con le parti basse –su cui tu hai puntato - si fanno usare dai bastoni di cui sono corredate laggiù come rabdomanti: al prossimo sentore di una fonte d’acqua più fresca e rigogliosa abbandoneranno il vecchio pozzo in via d’esaurimento per abbeverarsi al nuovo.
E lo so, cioè posso solo immaginare, che ti manchino le comparsate alla
televisione. Persino essere oggetto di imitazioni è piacevole quando rientra
tra le manifestazioni di popolarità e esserne privata è un colpo al cuore. Ma la vita
è altro, può e deve essere altro. Archivia il senso di vuoto e ricompatta la terra
sotto i piedi. Ma di una cosa ti prego: non uscirle. Volta pagina e fatti una
vita. Dimostraci che puoi fare a meno di noi, prima che noi ti si sbatta in faccia
che possiamo fare a meno di te.