Incontri che segnano.
Primo di una trilogia di romanzi dedicati rispettivamente alla madre, al padre e a se stesso, "Der Geliebte der Mutter" di Urs Widmer, pubblicato per la prima volta in Italia nel 2002 dalla Bompiani con il titolo di "L'uomo amato da mia madre", ritorna in libreria grazie alla Keller Editore, tradotto da Roberta Gado come "Il grande amore di mia madre".
A libro finito mi è salita alle labbra l'unica esclamazione possibile per un tale condensato di bravura: Urca!
Accidenti che romanzo.
In 159 pagine c'è tutto. Una narrazione funambolica, che affida alla delicatezza della favola la ruvidezza della vicenda biografica materna, con un risultato sorprendentemente potente. E poi amore, follia, condizione femminile, musica e cronaca storica del nazifascismo. L'odio? Purtroppo quello tocca al lettore. Quanto meno, nel mio caso, ce l'ho aggiunto io. Proprio non ce l'ho fatta a non detestare quel "grande amore" della madre, narciso senza cuore.
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