giovedì 18 febbraio 2016

Foto-inganno

La foto che vedete sopra è l'ultima copertina del  settimanale polacco "wSieci( La rete).
Ritrae l'Europa -la giovane donna che indossa la bandiera azzurra ne è, con tutta evidenza, una rappresentazione- violata dall'assalto di uomini troppo scuri e villosi per essere cittadini comunitari.
Le fascette pubblicitarie  alle edicole  anticipano  che la rivista approfondirà temi su cui  gli altri media e Bruxelles sono colpevolmente  reticenti.
L'autrice del pezzo di copertina, 
Aleksandra Rybinska, sostiene che le questioni immigratorie siano "
il risultato di uno scontro di civiltà inevitabile  tra l'Islam e il Cristianesimo"  e che, "mentre i musulmani stanno promuovendo attivamente questa guerra, gli europei contribuiscono alla propria rovina ignorando gli impatti negativi del multiculturalismo". Cita a tal proposito Arnold Toynbee, secondo il quale  le “Civilizzazioni muoiono per suicidio piuttosto che vittime di un assassinio”.
wSieci non è nuova a copertine irriverenti e polemiche. C'erano già state recentemente quella con la Merkel nei panni di Madre Teresa e della stessa Primo Ministro Polacco Ewa Kopacz con un carico di bombe e in burqa .
L'equazione cui rimanda l'immagine è proditoriamente fuorviante da più punti di vista. Braccia scure, presunto islamico: viene il dubbio che potrebbe riferirsi anche  ad Obama. Scherzi a parte, ridurre il tema dell'immigrazione solo ed esclusivamente ad un problema di assalti a sfondo sessuale è riduttivo. Ma è, oltre che semplicistico, anche più pericoloso per la sicurezza delle donne. Rispetto a questo aspetto , infatti, conviene sottolineare che esaurire il tema degli stupri nell' unica ottica di delitti commessi da profughi o da immigrati per  ragioni "religiose/culturali" nuoce a noi tutte. C'è il rischio concreto di originare "un falso positivo", di indurre cioè la donna ad abbassare le difese - che dovrebbero invece sempre rimanere all'erta- quando è in presenza di un uomo bianco e cristiano, escludendo che possa  anch'egli essere  una minaccia.
Che certi giornali cavalchino l'onda xenofoba e populista è già di per sè una pratica deprecabile. Ma che la leggerezza possa fare anche  i danni  cui abbiamo fatto cenno è inaccettabile.


 



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