giovedì 13 settembre 2018

"Una vita come tante" H. Yanagihara - " Lincoln nel Bardo" G. Saunders - "History" G. Genna.


Certi cortocircuiti emotivi solo i libri te li possono regalare.

Mentre sei lì che tenti di metabolizzare il destino di Jude e il dolore di Harold, ti trovi a fare i conti con il destino di Willie e il dolore di Mr Lincoln. Poi l'incipit folgorante di History :"le ragioni della terra hanno figli.".
Pazzesco come tre romanzi, in modo completamente diverso, attraverso lingue diverse, paradigmi coniugati di volta in volta in maniera ortodossa o alterati rivoluzionariamente, ti facciano uscire ed entrare dalle proprie pagine accavallandoti i pensieri, stratificandoti le emozioni in un unicum che confonde ma sorprende e appaga.
Three in a row...
Se non li avete letti, fatelo.
Tre testi con tre gradi di difficoltà:
1) indubbiamente la lunghezza rende il primo antipatico a prima vista, ma fidatevi, passata la decina, le successive andranno via facile.















2) la struttura narrativa è inizialmente l'elemento poco confortevole per il secondo, ma datemi credito, una volta che avrete abituato l'orecchio, la storia sarà una musica nuova e esaltante come tutte le ventate di originalità.














3) la difficoltà del terzo sta tutta nella "gennicità" della scrittura .
Avevo pensato, in questi giorni, di scriverne più diffusamente e intitolare il consiglio di lettura simpaticamente (si fa per dire) "Genna for dummies' poi ho desistito perché :-"dummies lo dici a tua sorella"- mi avreste obiettato voi. Se anche l'autore commenta a proposito di History che è pesante (l'ho letto in una discussione sotto un suo post) allora il giudizio (data l'autenticità della fonte) è riportabile benché non necessariamente condivisibile.
Con Genna il punto è sempre lo stesso: scrive difficile. Il mio punto sul punto è che bisogna farsene una ragione riguardo la necessità innata in alcuni scrittori di utilizzare il linguaggio che pare a loro, di praticare la libertà di essere desueti, ricercati, talvolta asfittici, quando tale scelta non è manierista bensì manifestazione semplice e autentica del sé. Mica possono essere scrittori solo coloro che sono lineari. Ridiamo dignità ai tortuosi, perché dall'altro lato, simmetrico rispetto all'esigenza di libertà di chi scrive c'è anche un certo obbligo di chi legge al sacrificio minimo, che può essere utile di tanto in tanto. Per godere del panorama del Monte Rosa, per essere inebriati dal senso di potenza che ti prende quando hai completato la scalata devi salire, appunto. Non esiste un Monte Rosao a mare. Così è certa scrittura, una ascesa.


Non è un pranzo di gala

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