mercoledì 14 settembre 2016

Viva la gogna: è gratis e ci fa sentire migliori

Cronaca di un’ordinaria mattinata di gogna mediatica.
Accedo di buonòra, come consuetudine, ai principali social media per leggervi, riassunta in tweet e status, la cronaca parzialissima –ne sono consapevole e lo faccio ormai scientemente- dei fatti dal mondo. Su Fb gli “stati” e i commenti sulla dolorosa vicenda di Tiziana si moltiplicano a vista d’occhio. Mi dispongo a mettere i “like” di rito alle opinioni più vicine alla mia “sensibilità” scegliendo, tuttavia, di non tuffarmi nel mare delle discussioni perché i commentatori sono a buon punto. Poi non so per quale gioco del demoniaco algoritmo di Fb  mi passa sotto gli occhi il post di una popolare ex “Blogger” /“commentatrice social” ora giornalista, nonostante non sia tra i suoi "seguaci". Il post è uno shot a cui seguono centinaia di commenti. Nella foto in realtà  sono cristallizzati a futura memoria virtuale due immagini: la prima è quella relativa al commento postato dalla stessa giornalista /blogger/ personaggio pubblico sulla pagina di un essere infimo che infierisce sulla povera Tiziana, la seconda è quella del commento del  suddetto essere infimo che, rivolgendosi direttamente alla vittima, si complimenta  con la scelta del gesto estremo  e auspica  che tutte “quelle come lei  facciano la stessa fine”. L’idea, lanciata dalla blogger/ commentatrice social/ ora giornalista,  prontamente accolta dalla fascia d’ascolto, è di far girare lo shot per regalare all’essere infimo “un giorno da Tiziana Cantone”. In corso d’opera, poi, il progetto si evolve. Il proposito di vendetta –per così dire - si raffina. Prende corpo la proposta di segnalare il soggetto ai suoi datori di lavoro chiedendone il licenziamento: nel frattempo, infatti, con un abile opera di spionaggio mediatico è stato ricostruito il profilo dell' infame.
Qui termino la cronaca e inizio il “pippone” .
Comincio dalla fine, sintetizzano cioè in una sottospecie di slogan  quello che   a me pare emerga chiaramente dalla rete: Chi di gogna ferisce di gogna perisca!
Capisco, per averlo provato io stessa, l’impulso irrefrenabile di appendere per le palle questo coglione.
Capisco, per essere stata anche io ad un punto dal farlo, l'impeto
 di condividere lo shot.
Approvo la necessità di impartire a questo ammasso di cellule privo di etica, empatia, umanità, educazione nonchè intelligenza una lezione. Ma associarmi a chi pratica contro di lui la gogna, anche no grazie!
La pulsione che ci spinge a cercare giustizia è ancestrale. Penso tuttavia che il nostro destino di uomini sia di isolare, processare, neutralizzare tutte le pulsioni viscerali che rivelano purtroppo ancora traccia del nostro passato di bestie. Guidarle dallo sfintere alla pancia fin su al cervello e farne un distillato di gesti quanto più civili possibili.
Che senso ha darla vita a questo essere ignobile comportandoci esattamente come ha fatto lui?
Quando qualcuno mi ferisce a sangue, istigandomi quasi ad una risposta parimenti feroce e offensiva, desisto  dalla rappresaglia pensando che il mio gesto di rivalsa sarebbe una vittoria per l'avversario capace di spingermi sul proprio territorio, di trasformarmi in lui.
Quale poteva essere il modo per neutralizzare questo coglione? Segnalarlo alle autorità? Segnalarlo a Fb? Indubbiamente. Sarebbe bastato  tuttavia anche seppellirlo sotto una coltre di oblio, così come sarà per i migliaia ( infondo questo stronzo è il capro espiatorio di un gregge molto più vasto che la passerà liscia) che in questa storia hanno agito esattamente come lui. Non ci sarebbe stata "punizione", è vero, ma almeno  gli avremmo dato un  buon esempio. Gli avremmo insegnato come centinaia di persone scelgono di non trasformarsi in “persecutori”. Gli  avremmo fornito la prova che con un po' di cuore, d'intelligenza, umanità e educazione ai sentimenti gli esseri umani sono molto migliori di quanto lo sia lui e quelli della sua razza colpevoli di aver spinto una persona al suicidio. Ogni singolo Like al filmato di Tiziana, ogni singolo commento, o singola condivisione sono stati il motore della macchina della viralità che le ha  legato e stretto il fatidico cappio intorno alla gola.
Se tutto questo ci sfugge siamo impantanati in un fosso di sabbie mobili ad un passo dall'essere risucchiati sul fondo. Se tutto questo ci sfugge 
continueremo a farci del male convinti che "la situazione è grave ma non è seria". Se tutto questo ci sfugge  resteremo avvitati per sempre nella terribile empasse di "combattere per la pace", che equivale -come disse qualcuno- "a fare sesso per la verginità".
  

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