Ernesto Guevara de la Serna è morto il 9 ottobre 1967, eppure io l'ho visto. L'ho visto aggirarsi indaffarato tra i tavoli di un ristorante italiano in un piccolissimo paesino della campagna tedesca.
Ho visto il suo volto, quello che avrebbe oggi, il viso da 48enne che ha fatto la storia e continua ad esserne nel turbinoso flusso, figlio del nostro e del suo tempo.
Ernesto Guevara era nella sua posa eterna, con il suo consueto, perpetuo sguardo malinconico e fiero. Guardava al futuro da una foto glitterata d'argento su sfondo giallo limone di una maglietta. Faceva pentant con un pantalone bianco Armani tenuto su secondo lo stile ascellare alla "Pasquale Ametrana" .
Sul momento mi sono intristita. Poi ci ho riflettuto .
Il Che è vivo. E' tra di noi. Per nulla stravolto da tutto quell'argenteo sfavillio, dall'alto di quei pantaloni griffati mi è apparso mansueto e consapevole. Consapevole che i tempi sarebbero passati di qui, ma non vi si sarebbero fermarti. Che la storia ha necessità perfino di questa tappa, di sostare nel mezzo di un'epoca che patina tutto, anche i rivoluzionari.