mercoledì 12 dicembre 2018

La settima funzione del linguaggio di Laurent Binet

Quello di oggi sarà un Consiglio di lettura per tappe. Arriverò al romanzo, infatti, solo dopo avervi suggerito due soste preliminari.
La prima è questa: un articolo de "Il libraio.it", nel quale si conferma quanto molti di noi, che ci adoperiamo nel web parlando di letteratura, narrativa e scrittura, avevamo già compreso, ovvero che:" Diventa importante il peso di social e blog (le community) come strumenti di comunicazione più significativi nella spinta all’acquisto/scelta di un libro".
La seconda sosta  è questa spumeggiante recensione di Alessandra Chiàppori, collega blogger, entusiasta di semiotica ( studiosa mi sembra riduttivo), alla quale rivolgo il pubblico ringraziamento ( a conferma delle affermazioni contenute nel link precedente) per avermi attirata nel vortice de "La settima funzione  del linguaggio".
A mia volta mi assumo la responsabilità di rilanciare l'invito a leggere il romanzo.
A chi lo consiglio: chiaramente a quanti apprezzano la semiotica.
A chi, al contrario, della materia è completamente a digiuno ma è curioso del mondo indagato e divulgato in Italia da Umberto Eco.
A chi è appassionato di gialli e abbia voglia di seguire un'indagine sui generis.
Lo spunto per la trama è l'assassinio di Ronald Barthes Una inedita e male assortita coppia di investigatori, Bayard, commissario conservatore nell'animo, e Simon Herzog, accademico di idee  progressiste, porta il lettore, nel tentativo di risolvere il mistero, in giro per il mondo, Francia, America, Italia, ma anche nella storia, catapultandolo nei giorni della tenzone  tra Giscard d'Estaing e Mitterrand o della strage di Bologna.
Un romanzo intelligente, interessante, imperdibile per chi si riconosce nelle categorie di cui sopra.
Binet ha firmato un'avventura grazie alla quale si ha modo di incontrare i più grandi protagonisti della disciplina semiotica,  con leggerezza, evitando il peso e le difficoltà del canonico saggio.
Buona lettura! 




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