Scrivere quattro righe su "Benedizone"
di Kent Haruf, edizioni NN, traduzione di Fabio Cremonesi mi mette in
seria difficoltà.
Vado per ordine e comincio con qualche
dettaglio sul libro.
“Benedizione” è l'ultimo volume
della " Trilogia della Pianura" di cui fanno parte "
Canto della pianura" e " Crepuscolo", ciascuno
plurpremiato in America. Per ammissione dello stesso autore i tre
libri compongono una " loose trilogy", ossia una trilogia
aperta che si presta ad essere letta non necessariamente secondo
l'ordine di nascita.
Per tastarne la bontà ( molto bene ne
ho letto e da più parti e dunque ne ero curiosa) sono partita dal
libro di mezzo,che è poi il primo pubblicato dall'editore NN (per motivi
sentimentali ) in Italia .
Kent Haruf nel frattempo è morto e la
NN è già al lavoro sull' ultimo romanzo dello scrittore: "Le
nostre anime di notte".
“Benedizione” è ambientato nella
cittadina di Hold, prototipo della anonima provincia
americana.
Protagonisti Dan Lewis, anziano malato terminale, sua moglie Mary e la figlia Lorraine, che lo assisteranno nell'ultimo viaggio. Sui tre l'ombra del figlio fuggito di casa anni prima e mai più tornato. Intorno un coro di personaggi minori tra i quali l'anziana vicina di casa con la nipotina “ereditata” da una figlia morta prematuramente di cancro e il chiacchierato reverendo Lyle,
Protagonisti Dan Lewis, anziano malato terminale, sua moglie Mary e la figlia Lorraine, che lo assisteranno nell'ultimo viaggio. Sui tre l'ombra del figlio fuggito di casa anni prima e mai più tornato. Intorno un coro di personaggi minori tra i quali l'anziana vicina di casa con la nipotina “ereditata” da una figlia morta prematuramente di cancro e il chiacchierato reverendo Lyle,
La penna di Kent Haruf scorre fluida,
morbida, quieta. Affronta con prosa pacata ma puntuale le
vicende dei protagonisti.
Proprio ieri Nicola La Gioia, in un
articolo sulla presunta fine del romanzo, descriveva quest'ultimo
come " la forma espressiva che al giudizio preferisce la
comprensione”. Se così è riconosco il gran lavoro fatto da Haruf
in tal senso. Egli ci ha introdotto nella realtà dei Lewis
restandone sapientemente fuori, lasciando a noi lettori un posto in
prima fila nella compartecipazione alle loro vite.
Detto ciò non resta che svelare, per ultima, la difficoltà a cui mi riferivo inizialmente e che mi costringe a sospendere il giudizio sul libro.
Tempo fa lessi un altro “volume di mezzo” di altra trilogia: “ Casa”di Marilynne Robinson. Il libro mi piacque e ne scrissi qui nel blog: http://molvettina.blogspot.it/2016/06/ultime-letture_6.html
Anche “Casa” è ambientato nella provincia americana: la cittadina si chiama Gilead.
Anche in “ Casa” protagonista è Robert Boughton anziano pastore alla fine dei suoi giorni, di cui si occupa la figlia Gloria. Anche in “Casa” c'è un figlio allontanatosi anni prima che però, in questo caso, fa ritorno, pur negando lo sperato commiato al padre morente.
La serie di dettagli coincidenti nella trama ma anche la prosa per molti versi simile dei due autori non mi permettono di formulare un pieno apprezzamento del romanzo di Haruf, o quanto meno un giudizio sereno. Mio limite, lo ammetto. Mi sono lasciata influenzare con tutta evidenza dal meno e non ho saputo far tesoro del più.
Detto ciò non resta che svelare, per ultima, la difficoltà a cui mi riferivo inizialmente e che mi costringe a sospendere il giudizio sul libro.
Tempo fa lessi un altro “volume di mezzo” di altra trilogia: “ Casa”di Marilynne Robinson. Il libro mi piacque e ne scrissi qui nel blog: http://molvettina.blogspot.it/2016/06/ultime-letture_6.html
Anche “Casa” è ambientato nella provincia americana: la cittadina si chiama Gilead.
Anche in “ Casa” protagonista è Robert Boughton anziano pastore alla fine dei suoi giorni, di cui si occupa la figlia Gloria. Anche in “Casa” c'è un figlio allontanatosi anni prima che però, in questo caso, fa ritorno, pur negando lo sperato commiato al padre morente.
La serie di dettagli coincidenti nella trama ma anche la prosa per molti versi simile dei due autori non mi permettono di formulare un pieno apprezzamento del romanzo di Haruf, o quanto meno un giudizio sereno. Mio limite, lo ammetto. Mi sono lasciata influenzare con tutta evidenza dal meno e non ho saputo far tesoro del più.