giovedì 22 marzo 2018

"Let them eat caos" di Kate Tempest

Ci sono momenti della vita in cui bisogna lasciarsi andare. Arrivano chiamate inattese cui rispondere senza freni. Oggi ho incontrato Kate Tempest e, lasciando le altre letture da cui sono presa, l’ho seguita. Pomeriggio faticosissimo ma esaltante. I versi di questa poetessa sono una forza della natura. La sua Londra il paradigma di ogni nostra città di questo angolo occidentale di mondo. Le solitudini, le insonnie, i fremiti interiori, le urla di dolore dei sette protagonisti del poema parlano a ciascuno di noi, così come a ciascuno di noi è diretto l’urlo finale con cui Kate Tempest ci invita a “ woke up and love more” ( svegliarci e amare di più).

Si, sono facile agli entusiasmi . Si, sono capace di spendere una giornata su un libro. Si, anche questo, o soprattutto questo mi tiene sveglia e magari mi fa amare di più.

Provate a leggerlo, il libro, che ha la traduzione italiana a fronte. Provate a sentire la performance che si trova su You Tube


Scrive Jovannotti nella prefazione del volume “Stato di quiete” del compianto P. Cappello : “forse che la poesia è proprio questo affermarsi esseri umani e a questo dare importanza. Ci si può incontrare nel bianco che circonda i versi” . Ci credo fermamente e in virtù di ciò vi esorto a regalarvi questa esperienza.

Non è un pranzo di gala

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