Ci sono posti al mondo dove guidare è un vero inferno.
Prendi la Germania ad esempio. Non puoi distrarti un attimo, non puoi concederti un minuto di relax ad un incrocio che paralizzi il traffico: dall'altro capo del quadrivio, infatti, restano tutti fermi impalati ad aspettare che svolti nel pedissequo rispetto delle precedenze. Ma buttatevi, vi prego. Fatevi pure avanti, che io non vi porto mica rancore.
E poi ci sono luoghi dove guidare è il paradiso. Dove, altro che regole, semafori, segnaletiche e codice stradale, tutto è rimesso al buon senso…di chi ce l’ha.
Scherzi a parte: scarrozzare ultimamente in macchina la più giovane delle mie figlie -lo ammetto- mi mette un po’ a disagio. Deve prendere il patentino e quindi venire a zonzo con me equivale ad un ripasso, talvolta ad un approfondimento, perfino ad un aggiornamento di quello che le spiegano a scuola guida.
Fa domande, si informa, fa esempi, pone quesiti.
E io tra una bestemmia e l’altra, una malaparola e una gentile esortazione rivota agli altri automobilisti, provo a risponderle. Oggi, mentre cercavo di destreggiarmi tra il variegato campionario di piloti, non ce l’ho fatta e ho tagliato corto.
“ La verità, bella di mamma, è che essere al volante di un’automobile, in certi angoli del mondo, presuppone unicamente una dote: la preveggenza.
Bisogna avere naturalmente cento occhi, puntati avanti, indietro, al lato. Ma soprattutto c’è bisogno di un costante esercizio di fantasia. È necessario buttare occhiate ben oltre il punto dove il codice impone al guidatore di concentrare lo sguardo. È il pensiero dell’automobilista accanto che va presunto: non già l’attuale direzione verso cui punta la macchina, ma quella dove la dirigerà da qui ad un attimo. Si butterà in quel determinato tratto? Sorpasserà incautamente nell'altro? Accosterà, senza mettere la freccia, naturalmente, esattamente a ridosso dell'incrocio perché deve scendere a comprare il carciofo alla brace? Passerà con il rosso o ripartirà non appena il segnale pedonale sarà diventato arancione? Tu lo DEVI sapere, lo devi percepire prima.
Guidare in certi posti è un approfondimento antropologico. Un esperimento sociologico. Un esercizio di psicologia, ma soprattutto un numero per provetti mentalisti. E chest’è, bella ‘e mammà!”
Prendi la Germania ad esempio. Non puoi distrarti un attimo, non puoi concederti un minuto di relax ad un incrocio che paralizzi il traffico: dall'altro capo del quadrivio, infatti, restano tutti fermi impalati ad aspettare che svolti nel pedissequo rispetto delle precedenze. Ma buttatevi, vi prego. Fatevi pure avanti, che io non vi porto mica rancore.
E poi ci sono luoghi dove guidare è il paradiso. Dove, altro che regole, semafori, segnaletiche e codice stradale, tutto è rimesso al buon senso…di chi ce l’ha.
Scherzi a parte: scarrozzare ultimamente in macchina la più giovane delle mie figlie -lo ammetto- mi mette un po’ a disagio. Deve prendere il patentino e quindi venire a zonzo con me equivale ad un ripasso, talvolta ad un approfondimento, perfino ad un aggiornamento di quello che le spiegano a scuola guida.
Fa domande, si informa, fa esempi, pone quesiti.
E io tra una bestemmia e l’altra, una malaparola e una gentile esortazione rivota agli altri automobilisti, provo a risponderle. Oggi, mentre cercavo di destreggiarmi tra il variegato campionario di piloti, non ce l’ho fatta e ho tagliato corto.
“ La verità, bella di mamma, è che essere al volante di un’automobile, in certi angoli del mondo, presuppone unicamente una dote: la preveggenza.
Bisogna avere naturalmente cento occhi, puntati avanti, indietro, al lato. Ma soprattutto c’è bisogno di un costante esercizio di fantasia. È necessario buttare occhiate ben oltre il punto dove il codice impone al guidatore di concentrare lo sguardo. È il pensiero dell’automobilista accanto che va presunto: non già l’attuale direzione verso cui punta la macchina, ma quella dove la dirigerà da qui ad un attimo. Si butterà in quel determinato tratto? Sorpasserà incautamente nell'altro? Accosterà, senza mettere la freccia, naturalmente, esattamente a ridosso dell'incrocio perché deve scendere a comprare il carciofo alla brace? Passerà con il rosso o ripartirà non appena il segnale pedonale sarà diventato arancione? Tu lo DEVI sapere, lo devi percepire prima.
Guidare in certi posti è un approfondimento antropologico. Un esperimento sociologico. Un esercizio di psicologia, ma soprattutto un numero per provetti mentalisti. E chest’è, bella ‘e mammà!”