martedì 13 novembre 2018

Eleanor Oliphant sta benissimo di Gail Honeyman



    Potrei cambiare il titolo della mia rubrica ne " il bipolarismo del consigliere".

Alterno, me ne rendo conto, suggerimenti letterari impegnativi ad altri più leggeri, non disdegnando  romanzi di genere o addirittura young adult.

Qualcuno potrebbe accusarmi di avere poco gusto, di non essere strutturata abbastanza da discernere il buono dal cattivo, l'alto dal basso, il che inficerebbe la credibilità dei miei consigli. Piuttosto, credo fermamente che in lettura, rimanere ancorati alle etichette faccia molto, molto male. Lo snobismo letterario, insomma, non è mai bello. Potrebbero sfuggire, per una presa di posizione velleitaria, ottime occasioni.  E' il caso di "Eleanor Oliphant sta benissimo" di Gail Honeyman, edito da Garzanti, tradotto da S. Beretta, romanzo che agli occhi di alcuni ha una aprioristica pecca: l'essere stato immediatamente risucchiato dal clamore delle classifiche. Elemento sufficiente per diffidarne, visto che il mainstream è male.

A costo di passare per una banderuola alla mercé del puro piacere della lettura, io ve lo propongo. Una storia pesante come un piombo. Indigeribile se... Se la Honeyman non avesse trovato una chiave narrativa  tanto piacevolmente delicata, tanto fresca. Un azzardo naïf che non compromette l'intensità della storia, dei sentimenti e finanche della lezione di vita che si trae dal romanzo. Che abbia vinto, in questi giorni, la prima edizione del premio "Amo questo libro" attribuito dai librai di Giunti al Punto, per i sospettosi costituirà un'aggravante, un motivo ulteriore per saltarlo a piè pari.

Io vi dico provare per credere. Finirà per diventare una strenna Natalizia su cui puntare senza margine di errore.

Non è un pranzo di gala

Novembre 2022 📝📂Appunti molto random - al limite del plausibile- su "Non è un pranzo di gala" di Alberto Prunetti  1️⃣💸📚 come ...