Come raccontare, senza spoilerare il finale,“L’amore prima della fine del mondo” di Jacopo Masini, Epika Edizioni? Cominciando magari dalla copertina, illustrata da Ombretta Tavano, che già rivela indizi sulla storia. Due giovani amanti. Lui inerme, è immerso in tumultuose onde scure. Lei si sporge a prendergli il volto tra le mani. Lui è relegato, dal grigio tenue di cui è colorato, in una dimensione incorporea. Lei, al contrario, nonostante sembri fluttuare, per via delle tinte decise, ha una consistenza reale. Lui si chiama Vanni Martini ed è il protagonista del romanzo. Lei Alice Bia, ed è la fidanzata. Si sono conosciuti per caso, a Bologna, davanti ad un'edicola della stazione, un giorno in cui i rispettivi treni erano in ritardo.
Perché mai, se il romanzo ripercorre, attraverso i ricordi di Vanni, l’estate in cui stava con Alice, è poi proprio la sua immagine, vale a dire del protagonista, ad essere evanescente? Forse perché ai tempi, il nostro ventisettenne di Parma era una stupida, cocciuta, tonta parvenza di uomo della quale è sopravvissuta quell’ombra grigia che, a più di quindici anni di distanza, quando cioè Masini ne narra, intralcia, con i suoi rimpianti, e lo farà per sempre, l’adulto di oggi.
Prima della fine del mondo Vanni, in attesa del responso di un colloquio di lavoro a Torino, si guadagna da vivere accudendo due “matti” come collaboratore di una cooperativa sociale. Spesso e volentieri va fuori a bere con l’amico di sempre Giacomo, passa a pranzo dalla nonna e soprattutto non si lascia sfuggire l’occasione di tradire Alice, ripetutamente e con due diverse amanti, di cui una è la migliore amica di lei. Stando alla sua filosofia è esente da colpe, dato che non crede nella forza della volontà. “Ogni sentimento, ogni cosa che accade è proprio come una corrente e non possiamo far altro che lasciarci portare senza andare a fondo o andare a sbattere contro una scogliera” e lui si lascia portare. Però poi arriva la fine del mondo a scompigliare le carte, a impedirgli di riparare agli errori, a negargli la possibilità di prendere il timone della sua vita e dirigerla verso il lido da cui si è allontanato, al quale sente ora di appartenere. “Una volta che conosciamo il finale di una storia tragica, siamo sempre tentati di chiedere perché il protagonista non si sia impegnato di più per cambiare il corso del suo destino”, scrive in Asimmetria, Lisa Halliday. Un interrogativo che sembra formulato dal Vanni adulto, perché è quella la radice della sua inguaribile malinconia, il nodo del suo struggimento: non aver impedito che andasse come è andata.
Realismo, equilibrio e originalità sono le parole chiave del romanzo.
Colpi di testa, insoddisfazioni, sbandate, bestemmie, sesso, noia, bevute e infedeltà: Masini lo vuole verace questo suo protagonista, desidera che esprima la sua palpitante giovinezza senza falsificazioni, ne’ censure o patinature e Vanni è infatti realissimo, tanto che, si finisce, senza alcuna difficoltà, a immaginarlo parlare con la caratteristica erre di Parma. Il tutto scandito da un'impeccabile armonia tra leggerezza e drammaticità, tra ironia e serietà, che Masini mantiene con rigore.
In quanto all’originalità, ha a che fare con “la fine del mondo” del titolo.
Elemento narrativo difficilissimo da gestire, che espone al pericolo di paragoni con mostri sacri del calibro di Franzen o Doctorow, ad esempio, che dalla stessa materia hanno tratto romanzi imprescindibili. Masini si è assunto un grandissimo rischio a farne la chiave della sua narrazione, dunque è doveroso riconoscergliene il merito.
Un piccolo romanzo, duecentodieci pagine in tutto, “L’amore prima della fine del mondo” conquista per la semplicità con cui Masini fa irrompere la Storia nella storia di Vanni, e la rende, in qualche modo, un po' più a nostra misura.
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