martedì 9 febbraio 2016

Don’t think pink, it's not right.


Ricordate quanto fosse simbolica  e al tempo stesso mortificante l’evoluzione del colore nei grembiuli scolastici delle bambine? L’esordio spettava al classico quadretto rosa- tinta tipicamente femminile- gli anni di mezzo si coloravano di candido bianco – ancora fortemente allusivo-  l’epilogo segnava il passo al nero, evocativo della condizione a venire.
Sarà per la costernazione a dover indossare, nel fiore della giovinezza, il colore deputato al lutto che io ho  sviluppato una avversione per i tentativi “di tinteggiare”  con nuance precise ciò che appartiene all’universo femminile.
Se fossi una torella più che alla cappa rossa reagirei al drappo rosa. Mi piace pensare alle quote rosa come ad una medicina molto amara che va presa, data la mole di controindicazioni annesse, sotto attento controllo medico e solo in situazioni di necessità.
Non a caso perciò l’ultima trovata che mi ha fatto infuriare è il “Taxi rosa” del Comune di Napoli.
"Il progetto “-nato dagli sforzi sinergici della “delega alle pari opportunità” e dell’assessorato alla mobilità- “rappresenta un servizio preferenziale notturno per le donne, volto a garantire alle donne libertà e sicurezza nel movimento. " Prevede che “alle donne saranno distribuiti, in via sperimentale, voucher del valore di 5 euro (per un massimo di 5 a testa) per le corse che saranno effettuate dalle ore 19.00 alle ore 6.00 del mattino.
Non metto in discussione la buona volontà di chi ha avuto la “pensata”. Sento piuttosto la necessità di biasimarne le implicazioni discriminatorie che, attenzione, non sono unicamente verso il genere femminile.                                                               
Costruire dei campi di segregazione –naturalmente in questo caso in tinta rosa- seppure a scopo di tutela, non è mai una giusta soluzione. 
Le aggressioni e le violenze carnali non nascono da radici culturali e non devono essere maneggiate come tali. Si tratta di crimini efferati che competono al codice penale nella più ampia accezione di delitti contro la persona. Soggetto passivo, cioè vittima, può esserne chiunque prescindendo dalla sua identità o orientamento sessuale.
Se la prevenzione e repressione, dunque, non sono "questioni di genere", bensì problemi di ordine pubblico, sarebbe opportuno che la collaborazione scattasse  più propriamente tra il Comune e gli organi preposti alla  sicurezza collettiva.
Le criticità legate alle uscite serali, volendo fare un discorso  più generale, riguardano oltre i reati a sfondo sessuale e quelli comuni quali rapine, altresì le inefficienze del servizio di trasporto pubblico. Per decongestionare il traffico, scongiurare incidenti automobilistici legati all’uso di droghe ed alcool, ma anche più semplicemente per favorire i giovani che non hanno disponibilità economiche, basterebbe puntare anche su quello . 
Non pensiamo sempre rosa, che a volte è un male.

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