Ricordate quanto fosse simbolica e al tempo stesso mortificante l’evoluzione
del colore nei grembiuli scolastici delle bambine? L’esordio spettava al
classico quadretto rosa- tinta tipicamente femminile- gli anni di mezzo si
coloravano di candido bianco – ancora fortemente allusivo- l’epilogo segnava il passo al nero, evocativo della
condizione a venire.
Sarà per la costernazione a dover indossare, nel fiore della giovinezza, il
colore deputato al lutto che io ho sviluppato una avversione per i tentativi “di
tinteggiare” con nuance precise ciò che
appartiene all’universo femminile.
Se fossi una torella più che alla cappa rossa reagirei al drappo rosa. Mi piace
pensare alle quote rosa come ad una medicina molto amara che va presa, data la
mole di controindicazioni annesse, sotto attento controllo medico e solo in
situazioni di necessità.
Non a caso perciò l’ultima trovata che mi ha fatto infuriare è il “Taxi rosa” del
Comune di Napoli.
"Il progetto “-nato dagli sforzi
sinergici della “delega alle pari opportunità” e dell’assessorato alla mobilità-
“rappresenta un servizio preferenziale
notturno per le donne, volto a garantire alle donne libertà e sicurezza nel
movimento. " Prevede che “alle
donne saranno distribuiti, in via sperimentale, voucher del valore di 5 euro (per un massimo di 5 a testa) per le corse
che saranno effettuate dalle ore 19.00 alle ore 6.00 del mattino.
Non metto in discussione la buona volontà di chi ha avuto la “pensata”. Sento
piuttosto la necessità di biasimarne le implicazioni discriminatorie che, attenzione, non sono unicamente verso il genere femminile.
Costruire dei campi di segregazione –naturalmente in questo caso in tinta rosa-
seppure a scopo di tutela, non è mai una giusta soluzione.
Le aggressioni e le violenze carnali non
nascono da radici culturali e non devono essere maneggiate come tali. Si tratta
di crimini efferati che competono al codice penale nella più ampia accezione di delitti contro la persona. Soggetto
passivo, cioè vittima, può esserne chiunque prescindendo dalla sua identità o orientamento sessuale.
Se la prevenzione e repressione, dunque, non sono "questioni di genere", bensì problemi di ordine pubblico, sarebbe opportuno che la collaborazione scattasse più propriamente tra il Comune e gli organi preposti alla sicurezza collettiva.
Le criticità legate alle uscite serali, volendo fare un discorso più
generale, riguardano oltre i reati a sfondo sessuale e quelli comuni quali
rapine, altresì le inefficienze del servizio di trasporto pubblico. Per
decongestionare il traffico, scongiurare incidenti automobilistici legati all’uso
di droghe ed alcool, ma anche più semplicemente per favorire i giovani che non
hanno disponibilità economiche, basterebbe puntare anche su quello .
Non pensiamo sempre rosa, che a volte è un male.