Se fossimo su Fb il seguente sarebbe “nu’ stat’ e’ merda”. Sono nuova nell’ambiente dei blog, e ancora poco padrona del mezzo nonché del linguaggio ad esso relativo. Credo tuttavia con buona approssimazione che in questa sede si possa definire “nu’ post’ e’ merda”. Nulla cambia –come è evidente- nella sostanza.
E' un discorso scivoloso. Per quanto ci si impegni a scansarlo, sovente accade a tutti gli esseri
metropolitani di rimanervi nostro malgrado invischiati dentro, da qui l'esigenza di farne cenno.
Avrete a questo punto forse capito di cosa intenda parlare. Bravi! Miro a una predica contro le deiezioni canine cittadine.
L’argomento sdruccioloso assai mi renderà inevitabilmente impopolare tra coloro
che amano gli animali e posseggono in particolare un cane. Superfluo aggiungere
che non intendo demonizzare gli amici a quattro zampe, incolpevoli di agire
secondo natura, bensì stigmatizzare il comportamento di certi padroni. In particolare, poi, mi rivolgo ai cinofili che popolano i
quartieri bene della città.
Ho amici cari che quotidianamente si
lambiccano il cervello sulle sorti di Partenope, auspicando un coinvolgimento
attivo nell’azione di rilancio della “borghesia napoletana”. Non me ne
vogliano, questi amici, se tolgo loro una speranza, dacché l’unica attività che sembra assorbire
la gran parte della citata compagine sociale è portare il cane a defecare. Nulla
ci sarebbe loro da obiettare se si portassero a casa il "prodotto interno lordo" ( cit.) del
loro fedele animale. Così non è. Dalla collina di Posillipo, compreso via
Petrarca e via Orazio a scendere per Mergellina, passando per il Corso Vittorio
Emanuele e via Crispi, fino ad arrivare a piazza Amedeo si contano più cacche
in terra che stelle nel firmamento.
Quanto a responsabilità, conformemente al costume italico, anche in questo caso
lo scaricabarile è una costante. Nessuno se ne assume la colpa, tutti negano, eppure
le
tracce biologiche canine restano sull’asfalto ad imbrattare. Che altra gente, cane
al guinzaglio, si prenda la briga e il gusto di venire dalle zone periferiche a
sporcare le vie suddette, magari per una sorta di lotta di classe, non mi pare
il caso neppure d'ipotizzare.
Come fare, a chi appellarsi per porre fine all’indecoroso scempio, visto che a
nulla porta confidare nella buona condotta dei signori? Rivolgere una preghiera
a chi, da qualche parte nel cosmo, organizza i “contrappassi”. Che anche i
padroni calpestino le merde dei loro cani. Non dico sempre ma almeno una volta
ogni cento passi.