venerdì 15 gennaio 2016

L'UOMO DI DUBAI

Chi è Joseph O' Neill, tradotto in questo libro da Tommaso Pincio?
E' uno scrittore sulla soglia dei cinquanta, per metà -da parte di padre- Irlandese e per metà turco. Uno che ha girato tanto nella sua infanzia, si è dedicato con successo alla scrittura pur essendo avvocato. Uno di quei talenti contemporanei, anzi uno dei primi direi, ad aver avuto l'approvazione di Obama.
Perchè leggere O' Neill?
Presto detto: c'è nella sua  scrittura , come  in quella di molti degli autori di lingua inglese -e noi li amiamo e ringraziamo per questo- un qualcosa in più, o se volente in meno.
Non si parlano addosso, non si perdono in soliloqui a tutta voce, non  ci sfiniscono volendo comunicare tutta la scienza e sapienza del mondo.
Ma le cose, quelle importanti, su cui vale la pena di soffermarsi e riflettere ce le dicono lo stesso, attraverso una sola immagine, magari, o in modi nuovi, non paludati. Si tratta di  una scrittura per così dire "scattante", che da noi manca quasi del tutto. Una prosa alla Richler, alla D.F.Wallance, per intendersi. Che somiglia alla vita. Non  ordinata in un flusso "per bene", corretto, perfetto in ogni punto e virgola ma che finisce per essere assolutamente perfetto, mai sgrammaticato, molto piacevole.
Il signor X, l'uomo di Dubai, è un expatriat. Forse quella X richiama proprio la X di eXpatriat o forse sta ad indicare ciascuno di noi, signori X di questo mondo che giriamo per scelta o necessità.
E poi c'è Dubai sullo sfondo. L'emblema del capitalismo che doveva essere.
Come queste due cose stiano insieme lo scoprirete solo leggendo il libro.

  P.S: ricordatevi che: Leggere mainstream a volte è male, ma leggere "fuori dai cori", roba pseudogenuina che però non passa per il vaglio di buoni editor è malissimo!

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