La vita è tutta una questione di equilibrio. Facile a dirsi, difficile a
trovarsi. Un tentativo costante. Aggiungere e levare ora quest’elemento
ora l’altro.
Fuor di metafora: sapete quanta fatica costa ad un
tifoso medio mettere insieme il gruppo di amici a prova di iattura per
la visione della partita di campionato?
Difficoltà di bilanciamenti
che nemmeno il profumiere più esperto all’atto di miscelare le essenze
per un nuovo profumo sperimenta.
Si parte tutti insieme alla prima di campionato senza preclusioni e preconcetti.
Schierati sul divano ci sono i vecchi amici di liceo con le rispettive
consorti. Un fronte compatto, che tuttavia si
scompaginerà non appena avrà inizio la sofferenza. Anime in purgatorio.
Eccoli, vagare per la sala alla ricerca della sistemazione prodigiosa in
grado di regalare l’agognata gioia di un gol. Perché –signori miei-
l’assetto alchemico c’è, inutile negarlo. E’ un dato di fatto, è
scienza. Ogni corpo nello spazio emana delle onde. Basta concentrare le
fonti energetiche giuste in uno stesso luogo, sistemarle poi in punti
strategici e la somma delle loro emissioni genererà il miracolo. E’
certissimo. Basta una sola presenza nefasta ad interrompere l’incanto.
Vada come vada, il battesimo di campionato resta solo un esperimento.
L’intero gruppo avrà una seconda possibilità. Infatti la settimana
seguente rieccolo, il medesimo campionario umano. Stessa squadra in
campo, identica formazione in casa: che ciascuno debba occupare l’esatta
postazione precedente, con cui si è propiziata la vittoria, è tacito
accordo. Che si ricominci il pellegrinaggio in cerca di più fausti
punti, nel caso in cui la volta prima si è sorbita una sconfitta,
sottintesa necessità.
Ma se la serata va male e invece di
soddisfazioni arrivano dolori, allora non c’è amicizia che tenga. Non
c’è n’è per nessuno. Ostracizzare è un verbo debole, che non rende
l’idea di cosa accade a colui che è in odor di portare iella. I più
sensibili spontaneamente spariranno, in cerca altrove della fortuna.
Altri, più duri di comprendonio, non saranno invece convocati. Ad essi
subentreranno nuovi volti, in una sperimentazione che cesserà solo e
unicamente quanto il famoso equilibrio di cui sopra sarà acclarato:
squadra vincente non si cambia.
E allora il vero spettacolo non sarà
quello alla televisione. Saranno loro, i vecchi amici di liceo. Facce
fattesi nuove con gli anni che tradiscono le giovanili posture
dell’animo. Chi segue il gioco in silenzio e in totale isolamento, ma di
tanto in tanto ha bisogno di alzare lo sguardo verso i vecchi compagni
di scorribande in cerca di conforto. Chi paonazzo digrigna il volto in
un sorriso che sa di sofferenza, chi blatera e sbatte i pugni buttando
giù qualche bestemmia.
La vita è tutta una questione di equilibri.
E allora vada come vada, la soddisfazione di quel tifoso medio sta
nell’averci almeno tentato.
Con quale esito, non lo diciamo. Per scaramanzia attendiamo la fine del campionato.
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