
Solo una volta il suo sistema ha fallito. In prima elementare.
Ho sempre avuto una pessima memoria . Spesso mi capitava che a casa non ricordassi le spiegazioni della maestra. Con il senno di poi sono propensa a credere che non fosse tanto un problema di poca memoria quanto di troppa fantasia. Era lei la colpevole, la mia fervida immaginazione che mi trascinava via dall'aula nel mezzo delle spiegazioni. Di quelle escursioni in posti fantastici, al ritorno degli occhi sulla lavagna, non mi restavano che i tanto odiosi buchi neri tra parole della mia insegnante. Mi toccava chiedere aiuto a mamma, poi, per completare i compiti a casa.
Il pomeriggio delle "sci" è stato il più odioso della mia intera esistenza. Non scherzo e non esagero. L'elenco delle dieci paroline mi era uscito subito. Era là, ordinatamente segnato sulla pagina divisa in due del quaderno . Sopra la classica intestazione: tracciato in penna rossa, sul lato destro il trigramma "sci". Su quello sinistro seguiva "sce". Finiti gli scritti mi toccava la lettura. Il libro mi aspettava aperto sul tavolo della cucina, dove s'era già insediata mamma.
Niente, non riuscivo proprio a leggerlo quel maledetto suono. Continuavo a sillabare s, poi c, quindi i attaccando infine la mmia" a completare la parola, ma "scimmia" tutta insieme non veniva. Ci abbiamo speso un intero pomeriggio. Minacce di ceffoni, urla e imprecazioni allegate. Poi dal nulla o piuttosto dall'estenuazione, m'è venuta l'intuizione.
Non ti dispiacere mamma, se ti capitano tra le mani queste righe. Succede a tutti, anche a me con le mie figlie. La miriade di cose che si è fatta insieme con allegria, la memoria ( brutta bastarda) le accantona e non le tiene in conto. Però tutti i ricordi, alla nostra età, diventano belli. Quello che ho descritto è tra i più cari. Sei stata una brava insegnante, a volte forse troppo ermetica, ma brava!
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